Rimini, stupro da Arancia Meccanica: ultra-violenza reale tra minorenni e degrado

Persona di spalle con il cappuccio ripresa da una telecamera di sorveglianza, simbolo dello stupro di Rimini alla Arancia Meccanica

Lo stupro di Rimini evoca Arancia Meccanica: tre minorenni e un ventenne, due vittime, brutalità cieca. Una violenza che non ha più confini, culturali né generazionali. Urge una riflessione seria sul degrado sociale.

L’Arancia Meccanica reale: violenza come linguaggio

“As queer as a clockwork orange”. Una frase inglese che indica qualcosa di anomalo dentro, ma apparentemente normale fuori. È da qui che Anthony Burgess trae il titolo del suo romanzo Arancia Meccanica, divenuto nel 1971 un film cult grazie a Stanley Kubrick. Da allora è sinonimo universale di ultra-violenza, di malvagità gratuita, improvvisa, distruttiva. Un male che non ha più bisogno di un movente.

Ma come diceva Hannah Arendt, la mostruosità non ha bisogno di mostri. Così tre minorenni e un ventenne diventano stupratori feroci. Violenza gratuita, calci, pugni, bottigliate e poi l’atto più brutale: la violenza sessuale reiterata su due persone. Una giovane donna, che porterà per sempre addosso quella notte. E una persona transessuale, che nonostante il trauma ha avuto la lucidità di memorizzare dettagli utili all’identificazione degli aggressori.

Le vittime: una giovane donna e una persona trans

Lo stupro è avvenuto a Rimini, città simbolo della spensieratezza estiva. Due vittime diverse, due storie, un solo incubo. L’una, devastata fisicamente e psicologicamente. L’altra, costretta a rivivere la violenza per aiutare le indagini. In entrambe, un senso di impotenza e solitudine che non dovrebbe mai far parte della nostra società.

Rimini, la riviera del divertimento trasformata in incubo

Rimini non è più solo la città del turismo. In quella notte è diventata scenario di terrore. E non per colpa della città, ma per colpa di una deriva culturale che da anni si insinua e si espande. Una cultura del disprezzo per l’altro, della sopraffazione, della violenza come forma di espressione. Una Arancia Meccanica non cinematografica, ma reale.

Integrazione mancata e socializzazione primaria

Una parte del problema riguarda l’integrazione mancata. Non basta crescere in Italia per sentirsi parte della cultura italiana. La socializzazione primaria, cioè la famiglia, spesso trasmette valori che appartengono ad altri mondi, lontani dalla nostra visione di rispetto, uguaglianza, libertà.

Anche chi è nato qui, ma da genitori che non hanno interiorizzato questi valori, può rimanere ancorato a visioni del mondo che considerano le donne e le minoranze sessuali come inferiori, sacrificabili.

Anche tra italiani: ferocia senza confini

Ma non è solo questione di provenienza o di cultura d’origine. L’iper-violenza è diventata trasversale. Lo dimostrano i casi italiani, ogni giorno più spaventosi. Uomini che uccidono per gelosia, per possesso. Ragazzi che si filmano mentre picchiano, torturano, ridono. Non c’è più solidarietà umana, non c’è più il limite. Il male non è più banale, è feroce. Sempre più feroce.

Il male che avanza: oltre il razzismo, oltre il buonismo

Invece di affrontare queste verità, ci si divide tra chi grida al razzismo e chi si rifugia nel buonismo. Nessuno vuole vedere l’evidenza: il male esiste, cresce, e non guarda in faccia a nessuno. Colpisce dovunque: a Rimini come in ogni altra città. Riguarda tutti: italiani e non.

Ed è per questo che dobbiamo parlare, agire, educare. Non per puntare il dito, ma per non abbassarlo mai di fronte all’orrore.

Gli stupri di gruppo

Caso Luogo Età aggressori Vittime Modalità e gravità Esito giudiziario
Rimini (2021) Rimini (RN) 3 minorenni, 1 ventenne Donna + persona trans Violenza estrema, calci, bottigliate, ripetute violenze sessuali In attesa di giudizio, accuse gravi
Circeo (1975) San Felice Circeo Giovani della Roma “bene” 2 ragazze (1 uccisa) Sequestrate, torturate e stuprate per due giorni Ergastolo per Gianni Guido e Angelo Izzo
Catania (2015) Catania (CT) 3 ventenni Ragazza 23enne Stupro filmato in spiaggia, diffuso in rete Condanne dai 6 ai 9 anni
Palermo (2023) Palermo (PA) 7 ragazzi (15–22 anni) Ragazza 19enne Adescata, portata in luogo isolato e violentata a turno Arresti e processo in corso

di Barbara Benedettelli — Sociologa, saggista, giornalista e Vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. Autrice di numerosi libri e studi su crimine, giustizia, AI e relazioni umane.

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Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è sociologa, saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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Chi è Barbara Benedettelli
Sociologa, giornalista e saggista. Autrice di inchieste su giustizia, vittime, violenza relazionale e intelligenza artificiale. Editorialista per Il Giornale e autrice di saggi come Dialogo con l’Umanità, Connessioni Pericolose e 50 Sfumature di Violenza.

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