Vittime: non le si abbandoni

Basta! No all'abbandono delle Vittime
Foto di Livio Moiana

Basta con l’abbandono delle Vittime. Questo il grido, anche fotografico, di Livio Moiana.

Anni fa nel guardare la Tv e leggere i giornali mi arrabbiavo vedendo che l’attenzione era tutta verso i criminali e il loro recupero. Pochissimi parlavano delle Vittime. 

Anni fa nel guardare la Tv e leggere i giornali mi arrabbiavo vedendo che l’attenzione era tutta verso i criminali e il loro recupero. Pochissimi parlavano delle Vittime. Era come se, a parte il clamore iniziale, non esistessero più. Poi è stata uccisa mia cugina Mara e ho potuto constatare di persona che chi è sopravvissuto, a sua volta Vittima, è totalmente abbandonato da istituzioni e società. 

 

Livio, cosa pensi oggi davanti ai fatti di cronaca nera? 

Che non cambierà nulla. Ai politici (tutti, trasversalmente da destra a sinistra) non interessa un tubo delle Vittime, dei deboli. Davanti alla condanna di un criminale la frase ricorrente tra la gente è: “Tanto uscirà a breve, non pagherà abbastanza, sarà premiato e aiutato anche più di quanto lo siamo tutti noi”. Se il ministro della giustizia rumeno dice che da loro c’è poca criminalità perché i soggetti pericolosi, sapendo che da noi non pagheranno mai, vengono qui, qualcosa vorrà pur dire. 

Il reo è al centro del sistema giudiziario. Le Vittime sono ai margini, tanto che per loro la Corte Europea e l’ONU s’impegnano per chiedere agli Stati parità, rispetto e tutela dei loro diritti umani. 

È la Vittima che deve essere messa al centro, invece non viene neanche presa in considerazione. In Italia quando si tratta di giustizia si considera la questione unicamente dal punto di vista del colpevole. È come se il criminale avesse commesso il reato su un pupazzo. I teorici del buonismo dovrebbero provare ad andare a raccontare le loro idee a chi ha subito la violenza. Abbiano il coraggio di guardare in faccia una donna stuprata. Vadano al cimitero con i genitori di un figlio ucciso. Affrontino il loro sguardo. E’ facile fare i filosofi con la pelle degli altri. Facile farlo davanti a un computer stando comodi in casa propria. Mara voleva vivere. Inseguiva nuovi sogni ridendo con i suoi meravigliosi occhi azzurri. Voleva essere felice lasciando volare la bambina che a trentasette anni era ancora in lei. Adesso è un mucchietto di cenere nel buio umido di una tomba. 

Tamara stava entrando in casa con la spesa quando è stata uccisa. Il giorno dopo avrebbe cambiato casa. Invece è morta a causa della follia omicida di un vicino. La sua famiglia quel male tremendo ce l’ha da quel momento, per sempre… 

Sono distrutti. La vita va avanti, deve andare avanti, ma ci s’inganna a vicenda per darsi forza. In realtà oltre a Mara si è perso il sorriso più bello nel cuore. Di loro non si occupa nessuno, nemmeno lo Stato invece costantemente impegnato a monitorare la salute psicofisica dell’assassino dal primo giorno. 

L’ordinamento penitenziario con l’art. 45 della legge 26 luglio 1975, prevede l’assistenza alle famiglie dei detenuti. Basta questo per rendersi conto dello squilibrio che c’è tra le garanzie per gli uni e quelle per le altre. 

Incredibile no? A proposito di famiglia, ringrazio di cuore quella dell’assassino di Mara, per non avere fatto nulla prima. I segnali di squilibrio c’erano. 

 Nonostante i segnali inequivocabili fatichiamo a vedere il disagio altrui, lo squilibrio. E quando lo vediamo non interveniamo perché dovremmo privare le persone della libertà di autodeterminarsi. Si interviene solo dopo. Quando è tardi per salvare delle vite. Tu e Candida Cinicolo avete creato l’associazione Tamara Monti. Quali sono gli scopi? 

Mara amava i bambini. Noi ci dedichiamo a loro. Sosteniamo delle comunità alloggio in cui i piccoli abusati o abbandonati sono in attesa di una famiglia. Vorremmo anche realizzare una struttura protetta per le donne Vittime di violenze. Ci piacerebbe chiamarla Oasi Tamara. Speriamo un giorno di riuscirci. Col progetto “Basta!” invece stiamo cercando di porre l’attenzione sul problema dell’assistenza a tutte le Vittime. 

 A chi è dedicata la mostra fotografica Basta! ? 

A Mara e a tutte le Vittime della violenza. Lo scopo è di sensibilizzare e richiamare i politici all’attenzione su questo tema. Sono loro che devono fare qualcosa. Non si può lasciare l’assistenza al terno al lotto e al buon cuore dei volontari. E in questa richiesta l’aiuto dei media è fondamentale per sensibilizzare. Con la mostra vogliamo porre l’attenzione sull’importanza di aiutare e affiancare le Vittime o le loro famiglie nel ricominciare una nuova vita. Una vita che è stata scelta da altri senza poter avere voce in capitolo. Se c’è un programma d’aiuto per i criminali deve esserci anche e soprattutto per loro. Sono le Vittime la parte debole. 

Una richiesta perfino banale, eppure necessaria… 

Siamo portati a pensare che le Vittime siano sempre “gli altri”, persone di un mondo lontano che non potrà mai avvicinarsi a noi. Pensiamo che se la sono cercata, che a noi non potrebbe accadere. Non è così. Molte di loro avevano una vita normale. 

La mostra è itinerante, il primo ad appoggiarvi è stato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Poi Fano. Dove vi piacerebbe presentarla ora? 

La mostra è itinerante, il primo ad appoggiarvi è stato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Poi Fano. Dove vi piacerebbe presentarla ora? 

Da due anni cerco aiuti per esporre a Milano. Tanti volontari e persone fotografate ci vivono e parteciperebbero all’inaugurazione per dare forza al messaggio. Spero nel nuovo sindaco, il patrocinio istituzionale è importante. Vorrei portarla anche a Roma. Lì c’è il parlamento. Ci sono coloro che possono cambiare le cose. 

Cosa chiedi alla gente? 

Di aiutare le Vittime. Di non lasciarle sole. Tutti possiamo fare qualcosa se vogliamo. 

Ai teorici del buonismo verso i criminali invece dico: Pensate che a essere stata abusata sia vostra figlia, o vostra madre. Immaginate la scena e il suo sguardo che negli anni incrocia il vostro. Chi le faceva del male non si è fermato davanti alle sua urla, alle sue lacrime, alla sua richiesta di non rubarle almeno la vita. Davvero possiamo continuare a lasciare sole queste persone solo perché a noi è andata bene? 

Mettersi nei panni degli altri in uno slancio di empatia… 

Gia! Vedi, può capitare a tutti. Io ero uno di quelli che guardava queste notizie al telegiornale. Oggi non è più solo il telegiornale a portarmi in quelle notizie.

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Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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