I diritti delle Vittime esistono, ma raramente vengono rispettati. A volte sono dimenticati, altre rovesciati, come se la colpa fosse la loro. Eppure, ogni società civile dovrebbe partire da qui: da chi ha subito. Non da chi ha scelto di ferire.
I diritti delle Vittime raramente vengono rispettati, nonostante le tutele internazionali.
Deve essere chiaro: le Vittime non hanno scelto di esserlo. Lo sono a causa della scelta di qualcun altro. Lo sono, ancora, quando la giustizia tutela “prima” i colpevoli; quando un assassino chiede una libertà prematura; quando anche tu, che leggi queste parole, ti dimentichi di Loro. Scrivo “Vittime” con la V maiuscola: non per vezzo retorico, ma per restituire dignità a una condizione immeritata, non voluta, di sofferenza lunga, profonda, invisibile. Una parola che nella nostra epoca rovesciata viene usata a sproposito, finendo per svuotarne il senso.
I diritti delle Vittime secondo l’ONU
Le Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 40/34 del 1985, hanno sancito una serie di diritti fondamentali per le Vittime di reati:
- essere trattate con rispetto e considerazione
- ricevere sostegno adeguato
- ottenere informazioni sul procedimento
- partecipare al processo e dire la propria
- essere protette da intimidazioni o ritorsioni
- ottenere un risarcimento, dallo Stato e dal colpevole
Chi è una Vittima?
Secondo l’ONU, è Vittima chi subisce un danno – fisico, emotivo, economico, esistenziale – a causa di un atto criminale o di un abuso di potere. E lo è anche se: l’autore del reato non è stato identificato o condannato; non c’è legame diretto con chi ha commesso il reato; il danno è stato subito cercando di salvare o aiutare un’altra Vittima. Anche i familiari, i congiunti, chi dipende dalla persona offesa: sono tutti inclusi nella definizione.
La centralità delle Vittime può cambiare il sistema
L’Assemblea Generale dell’ONU lo afferma con chiarezza: mettere le Vittime al centro del sistema è un passo decisivo per combattere la criminalità. Anche il Consiglio d’Europa, fin dal 1977, ha promosso direttive e raccomandazioni in loro favore.
Un esempio concreto? La Decisione Quadro (vincolante) del 15 marzo 2001, vincolante per gli Stati membri, che impone una protezione specifica e una posizione attiva della Vittima nel processo penale.
La nuova posizione della Vittima
Per anni, la Vittima è stata nascosta dietro abiti procedurali. Oggi, grazie anche alla giurisprudenza internazionale, esce allo scoperto. Chiede ascolto, rispetto, spazio. Come afferma il Nobel Amartya Sen, i Diritti umani devono essere considerati “potenti istanze morali”. E per promuoverle davvero, dobbiamo guardarci attorno a 360 gradi.
La giurisprudenza internazionale è particolarmente attenta alle necessità di chi subisce abusi. Sulla scia della Dichiarazione universale dei diritti umani, sancita dall’Onu nel 1948, gli Stati hanno maturato cambiamenti non solo a livello politico e legislativo, ma anche morale.
Quando i diritti si scontrano: chi tutelare?
Nel pluralismo morale moderno, anche i diritti entrano in conflitto. Ma uno resta in cima a tutti: il diritto alla vita. Se la libertà di uno nega l’integrità o la vita dell’altro, bisogna scegliere mettendo al centro il bene sine qua non: la vita.
La libertà di vivere deve vincere sulla pretesa di libertà di chi nega la vita altrui. La detenzione, in questo senso, non è vendetta. È protezione del diritto alla libertà stessa.
Cosa possono chiedere i detenuti?
Spesso i detenuti, anche per reati gravissimo, si rivolgono alle corti internazionali. Cosa dovrebbero chiedere? Non sconti. Non clemenza. Ma una vera rieducazione: etica, culturale, umana. Solo così ha senso parlare di reinserimento. Solo così la pena non diventa ipocrisia. E solo così lo Stato rispetta il suo compito: proteggere chi è stato colpito, non solo reintegrare il reo.
La Vittima non è solo una testimone. È una persona ferita.
Come osserva la giurista Maria Grazia Giammarinaro, serve uno sguardo nuovo: la Vittima non può essere ridotta a “fonte di prova” o semplice supporto all’accusa. È un soggetto che porta nel processo una domanda profonda: quella di tutela dei suoi diritti fondamentali. Quando parliamo di delitti gravi – come l’omicidio o altri atti che generano traumi comparabili alla tortura psicologica – il danno non è solo fisico, ma anche emotivo, sociale, identitario.
Durante il controinterrogatorio, la persona offesa rivive i frammenti più dolorosi della propria storia, spesso messa in dubbio proprio lì, dove dovrebbe sentirsi protetta. Per questo, dice ancora Giammarinaro, è essenziale che il giudice guidi attivamente il processo, con consapevolezza: la persona offesa entra in aula già vulnerabile. E ha diritto – prima di tutto – a sapere che sarà riconosciuta. Che sarà tutelata. Che la sua dignità sarà tenuta in cima.
Vittime: Risoluzioni, Decisioni, Trattati
- RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DEL 10 GIUGNO 2011 : Risoluzione pubblicata in G.U.C.E. il 26 giugno 2011 – Rafforzamento dei diritti e della tutela delle Vittime, in particolare nei procedimenti penali. Il Consiglio…
- I DIRITTI DELLE VITTIME SANCITI DALL’ONU : Dichiarazione sui Principi fondamentali di giustizia in favore delle vittime della criminalità e delle vittime di abusi di potere (Assemblea generale delle Nazioni Unite – Risoluzione n. 40/34 del 29/11/1985)
- UE: POSIZIONE DELLA VITTIMA NEL PROCEDIMENTO PENALE : Decisione Quadro del Consiglio del 15 marzo 2001 relativa alla posizione della Vittima nel procedimento penale ( 2001/220/GAI)
- TRATTATO DI LISBONA : Firmato da 27 Stati membri dell’Unione Europea il 13 dicembre 2007, il Trattato rende la Carta dei diritti fondamentali un documento giuridicamente vincolante per l’Unione Europea.
- DIRETTIVA 2012/29/UE : La Direttiva 2012/29/UE adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio recante “norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato”
Barbara Benedettelli
Sociologa, saggista, giornalista e Vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. Autrice di Vittime per Sempre, Dialogo con l’Umanità, 50 Sfumature di Violenza, con un’attenzione profonda ai diritti, alla fede e alla giustizia.


