Le vittime della strada e i loro familiari testimoniano il dolore e l’urgenza di rispettare le regole per salvare vite. Ogni sinistro stradale evitabile è una tragedia sociale che possiamo e dobbiamo fermare.
Le vittime della strada: dolore e memoria attiva
Le vittime della strada e i loro familiari testimoniano il dolore e l’urgenza di rispettare le regole per salvare vite. Ogni incidente evitabile è una tragedia sociale che possiamo e dobbiamo fermare. Nella Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada bisogna continuare a parlare di queste tragedie. È necessario dare voce ai familiari delle migliaia di vite interrotte sull’asfalto. Le loro storie non devono scomparire nel silenzio.
I numeri drammatici di una strage silenziosa
Nel 2023, in Italia si sono verificati 166.525 incidenti con lesioni, che hanno provocato 3.039 vittime (‑3,8 % rispetto al 2022) e 224.634 feriti (+0,5 %). Nel primo semestre del 2024 le vittime sono già state 1.429 (+4 % rispetto allo stesso periodo del 2023), con 80.057 incidenti (+0,9 %) e 107.643 feriti (+0,5 %). Genitori, fratelli, sorelle sono costretti a vivere l’ergastolo del dolore, vittime anche loro della superficialità altrui. Parlo di Vittime con la V maiuscola, per sottolineare il valore unico e irripetibile di ogni vita spezzata. Perché dietro questi numeri ci sono storie, sogni e volti che meritano di essere ricordati.
L’indifferenza che uccide: il pericolo nascosto dietro la guida irresponsabile
Ogni mezzo di trasporto è potenzialmente un’arma bianca. Una distrazione, una regola ignorata, un messaggio letto al cellulare, l’arroganza di sentirsi invincibili: sono comportamenti che uccidono più della cattiveria intenzionale. In un decennio, circa 80.000 persone sono morte sulle strade italiane. Eppure, questa immane tragedia sociale continua a essere sottovalutata, accettata come se fosse ineluttabile, come se la morte su strada fosse un prezzo inevitabile della modernità.
Quando l’incidente non è fatalità, ma scelta
Sì, esistono casi in cui il destino è davvero cieco — come un malore improvviso alla guida. Ma quando si passa col rosso, si superano i limiti di velocità, si effettuano sorpassi azzardati, si guida distratti o sotto l’effetto di sostanze, non si tratta di fatalità.
La colpa non è del caso, ma della persona che, coscientemente o meno, ha messo a rischio vite umane. Ha violato il diritto alla vita o all’integrità psico-fisica di chi, per pura coincidenza, ha incrociato la sua strada.
La regressione culturale della società permissiva
Martin Luther King diceva: “La mia libertà finisce dove comincia la tua.” Oggi, invece, assistiamo a una cultura che esalta la libertà di trasgredire. Anche le regole salva-vita sono percepite come fastidiose imposizioni da aggirare. L’indifferenza verso il prossimo diventa norma, il rispetto per la vita altrui un optional.
Il ruolo salvifico della memoria delle vittime
Contro questa indifferenza è necessario dare spazio e visibilità al dolore delle Vittime. Le loro testimonianze hanno il potere di scuotere le coscienze e di mostrare, senza filtri, il volto reale della tragedia. I genitori di ragazzi uccisi da comportamenti irresponsabili possono trasformare il loro dolore in una missione civile: diventare militanti della memoria. La loro voce può prevenire nuove tragedie, offrendo un senso alla vita perduta dei propri figli.
La responsabilità della società e delle istituzioni
Le Vittime non devono essere lasciate sole. Le istituzioni devono occuparsi anche di loro, non soltanto dei rei e delle loro famiglie. È necessario un vero reinserimento sociale che non escluda chi ha perso tutto per colpa altrui.
Il dovere di ciascuno di noi
Se davvero vogliamo impedire che queste tragedie continuino a ripetersi, nessuno può voltarsi dall’altra parte. Nessuno può illudersi che accadano solo agli altri. La vita, ogni vita, va rispettata e tutelata sempre. Perché — da un’altra prospettiva — gli altri siamo noi.
Per approfondire il tema delle relazioni familiari, della violenza nelle sue molteplici forme e della giustizia per tutte le vittime, scopri il mio libro Vittime per Sempre
Barbara Benedettelli
Sociologa, saggista, giornalista e Vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. Autrice di Dialogo con l’Umanità, Connessioni Pericolose e numerosi saggi su giustizia, AI e relazioni umane.


