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Un milione 300mila Vittime della strada anno nel mondo, sono 13 al giorno in Italia le persone che perdono la vita in incidenti stradali e, solo nel 2010, ci sono stati 490 omicidi. Ma in molti casi non viene fatta giustizia e chi rimane vive ancor di più il dolore della perdita. Questo il concetto che esprime, grazie anche alle testimonianze dei familiari, la giornalista scrittrice Barbara Benedettelli nel suo libro “Vittime per sempre“.
“La giustizia ideale è quella che, come recita anche la Carta dei diritti fondamentali della Ue, è in grado di rispettare e tutelare tutti gli uomini, e non solo alcune categorie». Inizia così il libro e prosegue: “Non solo gli assassini allora, ma anche le loro vittime, tutte. Molte di più di un cadavere martoriato e poi abbandonato sull’asfalto o in mezzo al fango come carta straccia. Lo vedremo in queste pagine, colme di un dolore che penetra l’anima e che non deve essere vano. Un omicidio produce una nuova realtà che rimane e agisce. Ogni uomo è un mondo ricco di senso e pieno di gente: persone che sopravvivendo alla fine violenta e innaturale di un proprio caro, vedono saltare via, come in un’improvvisa esplosione, i brandelli della loro vita”. Queste sono le prime righe di un libro “scritto con l’anima”.
“Non solo la mia, ma soprattutto quella di chi ha dovuto subire la violenza umana», spiega l’autrice invitata ieri ai Palazzi scaligeri con Alberto Bozza, capogruppo Pdl, per presentare il volume, Oltre a lei anche Ciro Maschio, consigliere comunale e presidente dell’associazione Liberamente, Paola Briani, past president dell’associazione Ladies’ Circle, Margherita Alberganti, presidente dell’associazione Eurodonna, Barbara Benedettelli e Valter Zara, papà di Antonello, l’ex tronista veronese di Uomini e Donne morto due anni fa a Porto Cervo in un incidente stradale, che non si dà pace per la scomparsa del figlio e continuerà la sua battaglia affinché giustizia sia fatta. «Una testimonianza toccante”, dice Maschio, “quella del padre di Zara, che si accomuna a tante altre citate nel libro, come quelle di Paola Pellinghelli, mamma del piccolo Tommaso Onofri, dei parenti delle vittime della Uno bianca, del cugino di Tamara Monti, uccisa perché i suoi cani abbaiavano troppo, della mamma e della sorella di Nunzia Castellano, ammazzata da un uomo che non amava più.
La scrittrice lamenta le lacune del sistema giudiziario, perché spesso risulta più tutelato il reo rispetto alla vittima, grazie a una legislazione garantista, al principio costituzionale sulla rieducazione e alla pena attenuata grazie a patteggiamenti, sconti di pena e una serie di misure che spesso dimenticano le vittime e i familiari ai quali rimane l’ergastolo del dolore senza riuscire a ottenere giustizia”. Ha chiuso l’autrice evidenziando che “ci sono altri uomini e donne che, con quel che rimane di un’esistenza dimezzata, lanciano un grido: non dimenticatevi di noi. La giustizia è un nostro diritto. In una società che paga tutto, anche la vita ha un prezzo. Si chiama libertà”.
Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.
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