Scegli, o questo o quello

Tre frecce sulla strada che simboleggia la scelta

Scegliere è sempre difficile, soprattutto dopo una separazione. Ma rimandare troppo può diventare una prigione. Questo articolo ti aiuta a capire perché ogni scelta è un atto di libertà e come affrontarla con consapevolezza

Il potere delle scelte quotidiane

Ogni giorno siamo chiamati a scegliere. Anche quando restiamo fermi, stiamo scegliendo. Ogni decisione, piccola o grande, apre una strada e ne chiude un’altra. Aut-aut, diceva Kierkegaard. Scegliere è un atto doloroso, a volte. È uno strappo. Ma è anche il gesto più potente che abbiamo per cambiare direzione, per dirigerci, finalmente, verso di noi.

Lo so: vorresti che le cose accadessero da sole. Che il tempo aggiustasse tutto, che qualcun altro decidesse per te. Ma quando la vita ti mette di fronte a un bivio, non puoi più restare dove sei. O scegli, o subisci. E se subisci, la tua vita diventa il riflesso delle circostanze, delle aspettative altrui, del caso.

Rimandare non è neutro: è rinuncia

Rimandare è umano, ma è anche un alibi. Per non guardarsi dentro, per non rischiare. Ma non decidere è già una decisione. È la rinuncia silenziosa a vivere davvero. La rinuncia, se non è scelta consapevole, può diventare una prigione. Ci lega a un passato che non ci appartiene più, ci impedisce di accedere a ciò che potremmo diventare.

Per scegliere devi sapere cosa non vuoi più

Per scegliere davvero, serve prima capire cosa non va. Devi riconoscere ciò che ti fa male. Che sia fuori o dentro di te, devi guardarlo in faccia. Senza più giustificarlo. Solo allora potrai dire “basta” e fare quel primo, decisivo passo verso una versione nuova e più piena di te.

Il momento giusto? È adesso. Perché non sai se quel treno del destino passerà di nuovo. Lasciare la via vecchia per la nuova fa paura, certo. Anche quando sappiamo che la “via vecchia” ci sta logorando. Anche quando intuiamo che fuori dalla nostra gabbia esiste una libertà che ci somiglia.

Il coraggio di lasciare la vecchia strada

Quel salto lo dobbiamo a noi stesse. Perché abbiamo il diritto e il dovere di essere felici. Non secondo il modello degli altri. Ma secondo la nostra idea di pienezza. Non quella che ci rende popolari, ma quella che ci fa stare bene davvero. Scegli. Non attendere ancora. La vita vera comincia sempre da un gesto coraggioso. Immaginala. Desiderala. E poi agisci.

di Barbara Benedettelli — Sociologa, saggista, giornalista e Vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime. Autrice di numerosi libri e studi su crimine, giustizia, AI e relazioni umane.

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La scelta è tua

Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è sociologa, saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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Chi è Barbara Benedettelli
Sociologa, giornalista e saggista. Autrice di inchieste su giustizia, vittime, violenza relazionale e intelligenza artificiale. Editorialista per Il Giornale e autrice di saggi come Dialogo con l’Umanità, Connessioni Pericolose e 50 Sfumature di Violenza.

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