Ice Bucket Challenge per capire

Ice Bucket Challenge
SLA
Doccia fredda per capire cosa significa SLA

Chi definisce questa sfida, l’ Ice Bucket Challenge (doccia fredda), uno stupido gioco per mettersi in mostra, lo fa senza essersi informato sul motivo per cui è stata scelta proprio la doccia gelata.

Lo shock termico provato quando ti versi dell’acqua ghiacciata addosso, simula la sensazione continua di un malato di SLA, che non riesce più a respirare senza l’aiuto di un macchinario.

Ecco, per un attimo siamo stati tutti malati di SLA. Ora sappiamo cos’è.

Chiudere gli occhi di fronte a chi ne soffre non è più ammesso!

Il sito dell’A.I.S.L.A. Onlus, l’associazione Italiana per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, nei giorni scorsi è stato inaccessibile. E questo avviene quando un server non è in grado di sopportare un numero di accessi elevato. Ciò significa che queste docce gelate hanno ottenuto almeno un risultato importante: spingere le persone a informarsi.

Poi, da li a donare. Beh! Gli italiani hanno sempre mille scuse per non farlo, la prima è: “ma poi i soldi vanno davvero a loro?”. E se da una parte hanno ragione perché ci sono anche molti truffatori che approfittano delle disgrazie altrui per lucrare, è vero che ci sono invece anche molte persone nel nostro paese che si occupano davvero degli altri.

Basta informarsi attentamente e donare anche un solo euro. Come hanno fatto gli americani che non si sono fatti tante menate, hanno donato per oltre 40 milioni di dollari. Lo scorso anno nello stesso periodo ne erano stati raccolti a malapena 2 milioni.

Quindi, che lo si faccia per esibizionismo, per pubblicità come dicono alcuni o per qualsiasi altro motivo, l’importante è che si faccia.

E a proposito, io, nominata da Pina Esposito, Consigliere Nazionale dell’Associazione, nomino anche te che stai leggendo! A tua volta nomina altri, fai sapere che cos’è questa malattia tremenda che spegne il corpo lasciandoti acceso dentro! E spingi altri a donare senza fermarti a guardare quanto ha donato uno e quanto l’altro.

Vip o non vip. E’ la moltitudine che fa la differenza!

Fare la doccia gelata e postarla sui social serve a fare conoscere anche agli altri ciò che altrimenti resterebbe nel silenzio di una stanza dove c’è un respiratore, magari un volontario silente e premuroso e tanto dolore. Oggi nessuno può dire: “non so cosa sia la SLA”. Ne può pensare si tratti del nome di uno dei puffy.

E’ una malattia grave verso la quale non ci sono cure. Una malattia subdola e progressiva che obbliga chi ti vuole bene, chi ti ama, a prendersi cura di te in ogni istante, spesso abbandonato dalle istituzioni. Perché tu non sei più in grado neanche di mangiare da solo o di respirare senza un macchinario. Ma dentro sei cosciente, le tue funzioni cerebrali sono come quando il tuo corpo ancora funzionava. Senti, soffri, ami. Vivi!

E questi malati oggi sono felici perché sono al centro della scena, perché si parla di loro, perché si prova a mettersi nei loro panni. Quindi smettiamo di criticare qualcosa che tra l’altro è partito proprio da uno di loro e che sta ottenendo risultati straordinari.

L’ Ice Bucket Challenge nasce da un ragazzo malato dal 2012, un ex giocatore di baseball, Peter Frates di 29 anni. La sua idea ha fatto sì che per la prima volta il mondo intero si accorgesse di questa malattia di cui molti avevano solo sentito parlare superficialmente, senza approfondire.

La sfida della doccia gelata circolava su internet, lui ne ha fatto una sfida solidale! A oggi, 23 agosto 2014, sono stati raccolti oltre 40 milioni di dollari in America grazie alla solidarietà non solo delle celebrity, ma anche di tanta gente comune che non si è fermata a condannare o a chiedere conto ai vip di quanto hanno donato.

Queste persone hanno agito. Mi aspetto che anche il popolo italiano voglia dare la speranza a questi malati e alle loro famiglie.

Spero inoltre che l’Ice Buchet Challenge non resti solo una moda estiva, ma che vada avanti a lungo. E che ognuno senta il bisogno di farsi una doccia gelata, accompagnata a una donazione, per provare a cambiare lo stato delle cose, anche quando non ci sarà più attenzione mediatica e un video postato otterrà solo pochi mi piace.

Se poi c’è chi lo fa per esibizionismo pazienza, purché faccia seguire alla doccia la donazione e, quantomeno, si informi su che cosa significa essere malati di SLA.

 

Banco Popolare c.c. intestato a A.I.S.L.A. Onlus
Codice IBAN IT04V0503410100000000001065
oppure
conto corrente postale – A.I.S.L.A. Onlus – c.c. 17464280
Paypal 

Oppure

Aiutiamo Lillo
carta post pay N.4023 6005 7438 9229 o mediante bonifico postale N.IBAN IT-46-S-07601-15900-000002690163 intestati a LUISA CARMELA MALDARELLA (Mamma di Lillo).

Oppure
Fondazione Borgonovo gli estremi qui
http://fondazionestefanoborgonovo.it/sostienici/

Ecco il mio #icebucketchallenge[jaw_y_video clip_id=”https://www.youtube.com/watch?v=yn8YCrXr-EY” height=”480″ autohide=”2″ autoplay=”0″ loop=”0″ rel=”1″ ][jaw_clear]

Grazie!

 

 

 

La scelta è tua

Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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