Mai come oggi serve ricordare che i diritti non bastano. Senza doveri condivisi non c’è giustizia, né umanità. Serve una nuova etica della responsabilità.
Diritti umani senza doveri? Un equilibrio spezzato
Mai come oggi è necessario celebrare la Giornata mondiale dei diritti umani. Ma non per reiterare formule vuote, né per cedere a retoriche ipocrite. Bensì per ricordare – e ribadire – che i diritti non esistono in un vuoto etico, e non possono essere esercitati, né tutelati, senza la piena assunzione dei doveri che li rendono possibili.
Il diritto di uno si fonda sul dovere dell’altro, come scriveva Hans Kelsen. Ogni diritto, anche quello più intimo e sacrosanto, è tale solo se presuppone l’impegno – individuale, collettivo e istituzionale – a riconoscerlo, rispettarlo, garantirlo. Senza questo impegno condiviso, i diritti si riducono a ideali astratti, a formule di desiderio che non producono cambiamento, né giustizia.
Etica pubblica e responsabilità collettiva
Perfino i diritti sanciti dalla nostra Costituzione non sono altro che propositi irrealizzabili se lo Stato, che per primo dovrebbe incarnare la responsabilità, abdica al dovere di rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Ma oggi assistiamo, impotenti e complici, a un capovolgimento profondo della morale. Economia e capitalismo – strumenti pensati per servire l’essere umano – sono divenuti fini ultimi, assoluti, totalizzanti. Un mostro cieco e avido, nutrito dalla nostra stessa rinuncia a ogni principio etico, che si sta divorando il genitore che li ha creati: l’uomo.
Dall’InterAction Council un nuovo orizzonte etico
È per questo che oggi, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani, scegliamo di dare spazio alla Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo, proposta dall’InterAction Council. Dal 1987, questo organismo lavora per affiancare alla Dichiarazione dei Diritti una Carta dei Doveri, fondamento necessario per un’etica globale e condivisa.
È tempo di essere più consapevoli. Di capire che la storia non è un luogo lontano nel tempo, ma un processo che ci attraversa. Che ogni nostro atto genera conseguenze. E che, se vogliamo vivere in un mondo più giusto, dobbiamo imparare – davvero – che a ogni diritto corrisponde un dovere. Che si può chiedere solo ciò che si è disposti anche a dare.
Riconnettere diritti e doveri per un futuro possibile
Diritti e responsabilità sono le due facce della stessa medaglia. Non possiamo pensare di difendere la libertà se contemporaneamente neghiamo quella dell’altro. Non possiamo difendere l’eguaglianza se siamo disposti a calpestare chi ci è scomodo. Non possiamo sbandierare un diritto se ci sottraiamo al dovere che lo protegge e lo rende reale.
Oggi, più che mai, serve un’etica pubblica, politica e culturale che non separi più ciò che è inscindibile. Un’etica che riporti l’essere umano al centro e il sistema al suo posto: a servizio. Solo così, forse, potremo ricominciare a credere nel sogno di un mondo migliore.


