Fatma Ruffini

Ruffini

Origini emiliane, dirigente Mediaset dal 1981, Fatma Ruffini è una delle poche donne capaci di raggiungere “la sala dei bottoni”, e di restarci. Ha ideato programmi che hanno fatto la storia della tv: Ok il prezzo è giusto, Il gioco delle coppie, Karaoke, Stranamore, Scherzi a parte, Camera cafè, Buona la prima, Casa Vianello, per citarne alcuni.

Intuito, determinazione, capacità di riconoscere e accendere stelle del calibro di Fiorello, fanno di lei un’icona per chi vuole cimentarsi con le leggi del piccolo schermo. Nonostante il sorriso rassicurante molti la temono. Qualcuno la chiama Lady di ferro. Berlusconi, che agli inizi dell’avventura televisiva la volle nella sua squadra, le disse di non mettere la minigonna per evitare di mostrare gli attributi. Era il 1981, Tele Milano era da poco diventata Canale Cinque, una “tv nazionale”, lei lavorava come autrice con il regista Davide Rampello, fu lui a presentarla al Cavaliere.


Un incontro che le cambiò la vita?
“Decisamente sì. Un vero punto e a capo. Berlusconi contattò Rampello per organizzare un concerto, lui portò anche me. In quel periodo il Cavaliere cercava persone che potessero lavorare al suo progetto televisivo. Feci un colloquio di un’ora, alla fine mi disse “benissimo, lei vada a Milano 2 e faccia”. “Che cosa devo fare?” gli risposi. “Lei faccia”, mi disse. E io ho fatto!”


Che differenza c’è tra la Fatma di prima e quella che è emersa dopo quell’incontro?
“Prima ero una semplice autrice che scriveva i testi e si occupava di piccoli programmi. Ero tranquilla, serena e con tanto tempo a disposizione. Dopo quell’incontro solo lavoro, lavoro, lavoro. Berlusconi ha un’energia travolgente. Mi ha insegnato tutto quello che so”.


Ha creduto in lei in un periodo in cui le donne avevano ancora ruoli marginali. L’ha messa a capo di una struttura chiave, l’intrattenimento. Lei ha ricambiato contribuendo alla nascita di quell’avventura che ha cambiato il panorama televisivo italiano. Il punto di partenza?
“La sua testa, lì era già successo tutto. Sapeva esattamente che cosa avrebbe fatto.”


Chi c’era nella squadra?
“La squadra era formata da Fedele Confalonieri, Marcello dell’Utri, Adriano Galliani, Carlo Bernasconi . Ricordo che io stavo in un piccolo spazio nei sotterranei di Milano 2. Non c’erano neanche le finestre ma si lavorava con grandissimo entusiasmo”.


L’unica donna. Come ha fatto a resistere?
“Quando sono arrivata pensavano potessi fare la segretaria o l’assistente. Niente di più. Così mi hanno lasciato fare e hanno fatto male! (ride)”


Ci sono stati momenti in cui credevate di non riuscire a realizzare il progetto?
“Tantissimi. L’oscuramento delle reti, le lotte politiche…però avevamo sempre la passione e un uomo eccezionale come guida. Il Cavaliere veniva negli studi, si ricordava il nome di tutti: cameramen, registi, assistenti. Chiedeva notizie delle famiglie”.


Della squadra di allora chi è rimasto oggi?
“A parte il presidente Confalonieri, c’è Franco Ricci (direttore generale operazioni R.T.I.), che quando sono arrivata era già qui”.


Indistruttibile! E’ vero che discuteva con il Cavaliere per mandare in onda i programmi in cui lei credeva e lui no?
“E’ vero. È successo con il Karaoke e con Stranamore. Lo prendevo per sfinimento. Alla fine cedeva”.


Discute anche con Piersilvio?
“No. Mi trovo molto bene con lui, è un grande manager”.


Ma lei lo sa che il 90% delle persone a cui ho chiesto informazioni per farle questa intervista la teme? Terribile è l’aggettivo più gettonato. È davvero così?
“Dire sì è facile. Se dici sempre sì ti vogliono tutti bene, ma se vuoi ottenere delle cose devi dire anche dei no”.


Cosa deve avere una donna per arrivare ai vertici della carriera?
“Determinazione, costanza, entusiasmo, forza fisica e mentale. E se vuole farsi sentire deve anche parlare tre toni sopra l’uomo…”


Praticamente deve avere gli attributi.
“Senza averli”.


Non si è mai sentita accerchiata?
“A volte si.”


E quando accade cosa fa?
“In un primo momento mi demoralizzo, poi reagisco con forza.”


Qual è il fuoco che la guida?
“L’entusiasmo per il mio lavoro, il fatto di fare sempre cose nuove, di essere attiva. È il fare che mi accende.”


Kierkegaard diceva out out, o questo o quello, scegli. A lei quando è capitato la prima volta?
“Quando ho dovuto lasciare il mio primo fidanzato perché mi tradiva continuamente. Avevo solo vent’anni, provi a immaginare cos’è stato”.


Devastante. Quanto è cambiata da allora?
“Questo lavoro mi ha resa più dura. Ero timidissima e in fondo lo sono ancora, ma nel tempo mi sono costruita una corazza, quella che fa dire agli altri che sono tremenda”.


Adesso però ha gli occhi lucidi. La sua dolcezza è tutta qui, ha calato la corazza. Ne approfitto. E’ vero che lei e suo marito Peo avete un appuntamento quotidiano al quale non rinunciate mai?
“E’ vero, non rinunciamo alla colazione insieme, cascasse il mondo. La famiglia è la cosa più importante. Tu puoi fare tutto quello che vuoi solo se hai degli affetti sicuri. Io ho sempre rifiutato tutti gli impegni mondani, se proprio non posso farne a meno porto con me mio marito e mia figlia. La famiglia è un punto fermo della mia vita”


Un punto fermo che l’aiuta a superare anche i momenti più duri, come quando ha perso i suoi genitori. Qual è il valore più importante che le hanno insegnato?

“L’onestà e il rispetto per gli altri”.


Gli altri, fonte di gioia e di dolore, come quello che ha provato quando sono scomparsi Mike Bongiorno e Alberto Castagna. Due persone che conosceva bene.
“Alberto non era solo un compagno di lavoro, ci sentivamo tutti i giorni, era un amico, una presenza costante nella mia vita. Perdere lui è stato come perdere un fratello. Con Mike ho cominciato questo lavoro: per quindici anni ho fatto tutti i suoi programmi. Ci frequentavamo spesso, lui voleva avere le sue persone sempre vicino. Quando se n’è andato ho sentito uno strappo potente e non solo perchè ho perso una persona con cui ho condiviso una parte della vita, ma perchè Mike per me, come per molti italiani, era eterno. La sua morte è stata la fine di qualcosa che va oltre la sua esistenza.”


Lei è credente e nei momenti di sofferenza trova conforto nella fede, non ha mai vacillato questa fede?
“Quando succedono cose come quella di Haiti mi chiedo perché. La fede dice che c’è sempre una ragione per ogni evento, che bisogna continuare a credere, ma tutto quel male è duro da accettare. Quei bambini, quelle persone, quello strazio”.


Quando succedono queste cose non sente la necessità di restituire un po’ della sua fortuna?
“Sì e lo faccio. Ma di questo preferirei non parlare e comunque so che non basta. Ammiro molto le persone che hanno il coraggio e la forza di andare ad aiutare fisicamente chi ha bisogno”.


Osservando la società di oggi che cosa le lascia l’amaro in bocca?
“La violenza, la perdita di certi valori, la mancanza del rispetto per gli altri. Queste sono le cose che fanno della nostra società una società difficile, amara”.


Che società vorrebbe Fatma?
“Una società senza le cose che ho appena citato”


Come donna di televisione, che conosce i meccanismi della comunicazione, cosa pensa di questo nuovo grande fratello delle intercettazioni?
“Il Grande Fratello televisivo è l’occhio della telecamera che riprende una realtà ristretta con gente consapevole. Le intercettazioni, invece, sono certamente utili per la magistratura, ma coinvolgono persone inconsapevoli, che non c’entrano niente con i fatti su cui s’ indaga. Sbattere le loro vite in prima pagina è terribile. Ci sono persone rovinate da tutto questo, famiglie sfasciate, carriere distrutte”.


Perché nel 2006 ha “tradito” Berlusconi votando Prodi?
“Mai votato Prodi! Gli autori di Scherzi a Parte si sono vendicati di me facendomi uno scherzo orrendo. Era uscita una mia intervista fasulla su Panorama dove io affermavo che avrei votato Prodi. Mi è venuto un colpo. Comunque sono stati davvero bravi: ci sono cascata in pieno. Autori e complici hanno rischiato molto…”


Perché non l’ha mai mandato in onda?
“Perché io gli scherzi li faccio, non posso subirli. Almeno quelli di Scherzi a parte…”


Ecco, ha ritirato su la corazza!

 

Barbara Benedettelli per “Il Giornale”, 21 febbraio 2010

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Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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