Virna Lisi

Virna Lisi che saluta
Dal 13 gennaio 2010 alle ore 21 e per otto settimane, su Canale 5 andrà in onda la terza serie di Caterina e le sue figlie. Una commedia spumeggiante in cui non mancano la suspence, la spy-story, un tocco di favola e una vena di follia. Una fiction che va a toccare, sdrammatizzandole, tutte le problematiche della vita vera.
La protagonista è Caterina, interpretata dall’attrice Virna Lisi che in questa intervista ci racconta il suo personaggio e insieme se stessa. Caterina è una madre di tre figlie che da casalinga è costretta a improvvisarsi postina quando il marito la lascia di punto in bianco per un’altra. Sola e senza soldi deve rimboccarsi le maniche e reagire, deve tirare fuori coraggio, forza, determinazione, qualità che, insieme al senso per gli affari, la portano ad aprire una sua attività commerciale. È un personaggio simpatico e positivo.

Quanto c’è di Caterina in Virna?
Poco. Lei è moderna, io invece sono all’antica. Sì, anche io sono combattiva, ma i miei principi sono tradizionali, sono legati a quelli dei miei genitori, oggi scomparsi.

In un’intervista ha detto: “non so cosa sarei stata se non fossi cresciuta in una famiglia, la mia”

Raramente ho visto famiglie più unite della mia. I miei genitori erano meravigliosi, non ricordo un giorno, di quando ero bambina, in cui mia madre e mio padre fossero usciti senza di noi. Uscivamo tutti insieme o stavamo a casa, mio padre s’ inventava mille cose per divertirci e quando arrivò la televisione la guardavamo tutti insieme: mio padre, mia madre e noi tre fratelli. Una famiglia così mi ha aiutato molto nella vita.

L’ha rinforzata.

Sì, anche se sono sempre stata una persona forte. Quando giocavo nei giardinetti con i miei fratelli e venivano da me perché li avevano bastonati, io andavo a prendere i colpevoli e menavo tutti.

E quando i suoi sono scomparsi?

Quando sono morti mio padre e mia madre mi sono detta: “adesso in prima linea ci sei tu, sei tu che devi proteggere tuo fratello e tua sorella”.

Com’è la famiglia di oggi?

Oggi i genitori sono molto distratti con i figli, le priorità basilari sono state sostituite da altre priorità superflue. Per carità, sono altri tempi, però…

Però c’è anche meno comunicazione.

Pochissima. Credo che per questo siano indispensabili i nonni, quando ci sono.

Lei è testimonial del progetto Prima e terza età un incontro di solidarietà in cui sostanzialmente si chiede ai “nonni” italiani di dare amore ai bambini abbandonati.

Sì. Appoggio vari progetti, adesso per esempio è stato pubblicato il calendario I gioielli del cuore, a sostegno dei bambini cardiopatici. Le iniziative da seguire sarebbero tante, ma non solo a chiacchiere, anche con i fatti, perché di gente che chiacchiera ce n’è tanta, di gente che fa invece no. Viviamo in una società in cui sembra che ci siano solo le lucine di Natale, l’effimero.

Effimero come la bellezza che molte giovani di oggi usano per arrivare chissà dove, ma che non basta per avere un successo duraturo.

Se punti tutto solo su quello vai avanti un anno o due, poi hai chiuso!

Che cos’è la bellezza?

La bellezza viene da dentro. Quando hai incamerato per anni delle cose importanti si riflettono all’esterno e sei più bella – e parlo di affetti, di amore, mai di cose venali. Se sei felice perché hai dei nipoti che ti vogliono bene e tu vuoi bene a loro, se hai un marito che ti adora dopo 50 anni di matrimonio, se hai un figlio che è sempre stato meraviglioso, si vede negli occhi. Si vede nel modo di comportarti, di essere con gli altri.

Che consiglio dà alle giovani che vogliono intraprendere la sua strada

Ho imparato a non dare consigli, tanto non li seguono. Posso dire che io per arrivare dove sono oggi ho lavorato molto seriamente per cinquantaquattro anni. Mio padre mi ha sempre detto: “se vuoi lavorare va benissimo, se hai capito che è il lavoro che ti piace puoi farlo, ma si studia anche!”. Oggi pensano solo di andare a fare le Isole, le veline, i Grandi Fratelli. Per carità, si può fare anche quello, ma non sono cose che danno le basi per affrontare una vita. Come non basta avere due gambette magre che fanno paura e un seno enorme. Sono aliene. Mangiano tre carote al giorno.

Io non ci riuscirei.

Non lo dica a me che mangiare mi piace tanto!

Sono mezza marchigiana, come lei.

Allora capisce cosa significa mangiare bene!

L’Italia è nota per il buon cibo.

Quando stavo a Holliwood pensavo molto all’ Italia, agli odori dei cibi che preparava mia madre.

Lei è sempre stata fiera del suo paese vero?

L’Italia è un paese stupendo che ho sempre amato e difeso in qualsiasi parte del mondo mi trovassi. Se si azzardavano a dire qualcosa di storto me li mangiavo, ero difensiva anche a costo di rompere un contratto. Fino a vent’anni fa la patria era un valore importante.

E oggi?

Oggi critichiamo tutto quello che facciamo. Quello che fanno gli altri è sempre meglio. Invece non ci manca niente. Abbiamo avuto – e abbiamo ancora-, grandi geni, grandi teste, ma lei ne sente parlare? Per carità! Ecco perché se ne vano all’estero, qui non li appoggia nessuno. In Italia si parla solo di gossip. Davanti alle cose serie si scappa.

Nel 2002 l’abbiamo vista nel film “Il più bel giorno della mia vita”. Qual è il più bel giorno della vita di Virna Lisi?

Ogni giorno con i miei familiari. Averli intorno, sapere che sono sereni, che stanno bene, che non hanno problemi di salute, mi rende la persona più felice del mondo.

(intervista pubblicata sul settimanale Stop – Gennaio 2010)

Barbara Benedettelli

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Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è sociologa, saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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