Alessandro Cecchi Paone è un uomo divertente, colto e disponibile verso gli altri, soprattutto quando si trovano in difficoltà. Una persona vera al punto da non riuscire a controllare la rabbia quando si trova di fronte alle ingiustizie, e di aprire il suo cuore parlando apertamente di se stesso. Come di se stesso, e insieme della vita di ognuno, parla il professor Umberto Veronesi nel libro Una vita per la scienza. Una lunga intervista in cui, come un grande nonno saggio, spiega l’importanza della scienza per il nostro futuro. E’ cosi’ Alessandro?
Sì. È così. Nel libro c’è la trascrizione delle interviste che gli ho fatto durante il mio programma su Class CNBC (canale 505 di Sky). Il professor Veronesi, con un linguaggio semplice, diretto ed emotivo, indica la strada maestra per il futuro come solo i grandi uomini sanno fare. Spiega, tra le altre cose, che per ottenere un risultato importante le donne devono avere un ruolo centrale in politica, nella scienza, nel giornalismo, nell’impresa. E’ talmente convinto di questo da essere stato eletto, in passato, “donna ad honorem”, e ne è orgoglioso.
Cosa rispondi a chi critica i contenuti del libro?
Accetto la critica perchè è sinonimo di libertà, però credo che nasca da una incomprensione dei meccanismi della scienza che è vista come qualcosa da ostacolare e da frenare. La scienza invece è una forza universale in grado di oltrepassare i confini e unire i popoli. In Italia temi come il testamento biologico, la Ru 486, per citarne alcuni,portano a un braccio di ferro costante tra scienza e fede, e questo avviene solo qui.
Che definizione dai della società contemporanea?
Totalmente positiva! Puo’ apparire confusa, qualche volta impressionante , ma oggi per la prima volta nella storia, uomini e donne possono avere più di una possibilità in ogni campo. Possono disegnare la propria vita e disegnarla ancora quando le cose vanno male.
Come hai fatto tu quando hai scoperto di essere omosessuale?
Anche.
Eri sposato, immagino sia stata dura.
È stato un momento terribile perché decretava la fine di un certo rapporto tra me e la mia ex moglie. Chi ci conosce sa che eravamo legatissimi, che avevamo tantissimi livelli di complicità. È stato un momento tremendo per entrambi, come sempre quando finisce qualcosa.
E’ finita perchè ti sei innamorato di un uomo?
Uno non lascia l’amore della sua vita per una percezione astratta. Mi sono innamorato, ricambiato, di un mio amico. Una cosa che si è rivelata non momentanea ma solida.
E lei come l’ha presa?
È una donna moderna ed è spagnola, un’altra cultura. Non ha dato nessun peso al motivo. Lei è stata male perchè finiva la nostra storia d’amore, il fatto che finisse perchè io avevo cambiato orientamento e avessi bisogno di amare una persona di sesso maschile non ha avuto rilevanza né per lei , né per la sua famiglia. Quello di cui abbiamo sofferto tutti e due è che abbiamo dovuto rinunciare a una parte della nostra complicità.
Oggi però è la tua migliore amica.
Sì. Ci confidiamo e condividiamo gli amori, nel senso che spesso facciamo le vacanze in quattro, io con il mio compagno e lei con il suo.
Sei innamorato?
No. Lavoro troppo. Sono sempre in viaggio e non riesco a dedicare il tempo che vorrei al privato.
Omosessauli si nasce o si diventa?
È una discussione ancora in corso, diciamo che c’è una componente genetica e una componente ambientale. Le varie combinazioni producono persone omosessuali piu’ o meno risolte, piu’ o meno felici, piu’ o meno serene.
Qualcuno si sente inadeguato, sbagliato.
Mi ci sono sentito anche io, nonostante l’età e nonostante gli strumenti. La paura piu’ grossa è quella di essere abbandonati dalla famiglia, di perdere l’amore dei propri cari, questo crea una vera e propria angoscia: “lo dico o non lo dico?”. Un tormento. E poi c’è discriminazione. Ragazzi giovani, belli, puliti, per bene, vivono come se fossero dei ladri solo perchè hanno paura del rifiuto. Questo non posso sopportarlo. Mi fa stare male.
Per questo hai deciso di fare il “divulgatore” dell’omosessualità?
Sì. Il livello di sofferenza, di vergogna e di paura è troppo alto. Da altruista quale sono ho pensato: “io ho la fortuna di avere gli strumenti per superare questa cosa, di viverla bene, proviamo a dare una mano a chi non ci riesce”.
E quando qualcuno non capisce queste realtà ti parte l’embolo e ti arrabbi.
Ho dentro un forte senso della giustizia, quando vedo che il senso della giustizia viene travolto allora sì, mi parte l’embolo. Mi dicono che mi devo controllare ma proprio non ci riesco, forse lo farò quando sarò vecchio e piu’ saggio.
E allora adesso che sei diventato assessore a Salemi, dov’è sindaco Vittorio Sgarbi, come farai a non litigare con lui?
Me lo ha proposto e ho accettato. Devo dire che da parte sua questo è stato un grande segno di pubblica riappacificazione. Due persone di carattere nella vita si possono scontrare, possono avere idee diverse – come sull’omosessualità-, ma se ci sono stima, intelligenza e la possibilità di un confronto ci si può ritrovare. Mi ha offerto l’assessorato ai diritti umani. Mi ha chiesto di organizzare tutta una serie di iniziative a tutela delle minoranze, anche quelle gay. Non potevo rifiutare. E poi il Sud, come la scienza, merita attenzione. Un serbatoio pieno di risorse di cui l’Italia non può fare a meno. Sarà un’esperienza bellissima!Barbara Benedettelli