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Da anni, insieme a tanti familiari di Vittime e Associazioni, abbiamo manifestato, abbiamo fatto incontri pubblici e privati con deputati, senatori e anche magistrati.
Siamo andati nelle scuole e continueremo a farlo per sensibilizzare i ragazzi. Siamo stati – e non è sempre facile per i familiari delle Vittime – in TV, a raccontare il calvario di chi sopravvive, perché le persone si rendessero conto di cosa può provocare la mancanza di rispetto per le regole della strada in una famiglia. Perché le persone si mettessero sedute al volante considerando un mezzo di trasporto un’arma bianca.
Prima di noi altri si sono battuti e tutti hanno contribuito al raggiungimento di quello che forse non è il migliore risultato possibile, che deve e può migliorare, ma è un passo in avanti verso la civiltà e probabilmente verso strade un po’ più sicure.
Nonostante ciò già fervono le polemiche. L’unione, in Italia, è solo una illusione? Anche quando si tratta di difendere la vita? Dopo la manifestazione di ieri alcune associazioni sono state ricevute dai gruppi parlamentari ai quali è stato chiesto di non abbassare i minimi per reati ritenuti “minori”. Tale richiesta è stata accolta.
Finalmente stiamo ottenendo un risultato. L’omicidio stradale sarà un reato a sè. E questo contribuirà a modificare l’approccio alla guida. Perché non saranno più incidenti, ma reati. Non saranno più incidenti ma omicidi.
Quando abbiamo cominciato a lottare, a batterci per l’introduzione del reato, già altri lo avevano fatto prima di noi ma il cambiamento culturale non era che un lumino lontano. Oggi è un faro. Perché alla fine è di questo che abbiamo bisogno. Le leggi, una volta approvate si possono migliorare. Non abbiamo vinto la guerra che fa migliaia di Vittime innocenti ogni anno, ma una battaglia importante l’abbiamo vinta! A tutti coloro che nei Palazzi o fuori dai Palazzi sono contrari diciamo questo: Comportatevi bene alla guida, non drogatevi e non ubriacatevi, non andate ad alta velocità e rispettate le regole e nessuno mai, nessun giudice potrà mai incolparvi di omicidio stradale! Ma soprattutto non avrete mai sulla coscienza la morte di una persona o l’invalidità di un’altra. La strada da fare è ancora lunga, ma ci sentiamo di essere fiere e contente di questo primo risultato concreto e importante. Fiere di tutto ciò che è stato fatto, da tutti quanti, senza mai cedere un istante.
Barbara Benedettelli ed Elisabetta Cipollone (mamma di Andrea de Nando, ucciso nel 2011 mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali)
Cosa cambia: leggi
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Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.
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