“Una donna” di Sibilla Aleramo
“E incominciai a pensare se alla donna non vada attribuita una parte non lieve del male sociale.
Come può un uomo che abbia avuto una buona madre divenir crudele verso i deboli, sleale verso una donna a cui dà il suo amore, tiranno verso i suoi figli?
Ma la buona madre non deve essere come la mia, una semplice creatura di sacrificio: deve essere una donna, una persona umana.
E come può diventare una donna, se i parenti la danno, ignara, debole e incompleta, a un uomo che non la riceve come una sua uguale; ne usa come d´un oggetto di proprietà; le dà dei figli coi quali l’abbandona sola, mentr’egli compie i suoi doveri sociali, affinché continui a baloccarsi come nell’infanzia?”
Tratto da “Una donna” di Sibilla Aleramo. Scritto agli inizi del 900, ancora tristemente attuale, da leggere tutti, uomini e donne, per comprendere più a fondo ciò che in certi casi diventa femminicidio.