Simona Ventura

Simona Ventura intervistata da Barbara Benedettelli per “Il Giornale”, 10 maggio 2010 

É  una mattina piovosa come ultimamente ce ne sono tante a Milano. L’umore non è al massimo, ma cambia appena incontro Valeria, l’ Ufficio Stampa di Simona Ventura. Valeria è una ragazza solare, allegra. É  contagiosa. Simona ci raggiunge con un regalo per lei. É il suo compleanno. “La gente che lavora con me deve stare bene, deve essere serena, dinamica, capace. Deve saper fare squadra. La sintonia è fondamentale, bisogna andare tutti dalla stessa parte. Se intorno a me le cose non sono come dico io divento una belva, ma premio chi merita”. Non potrebbe essere altrimenti per una che si definisce, ed è, “un’azienda vivente di cui sono presidente, amministratore delegato e prodotto”.

Simona Ventura, dieci ne pensa e cento ne fa. 

Sono un’ ottimista. Non lascio mai a domani quello che posso fare oggi. Affronto tutto subito, anche i problemi. Poi devo dire che quando i tuoi cari sono in salute, quando stanno bene, tu hai una serenità di base che ti sostiene in tutto quello che fai. Ti aiuta anche quando ti trovi a dover ricominciare. E io di vite ne ho avute tante.

L’ultima nasce dalla fine del suo matrimonio?

Sì. Un matrimonio con un uomo che ho amatopiù della mia stessa vita. Oggi penso che sia stato un disegno del destino. Ho cominciato a vivere la professione in un altro modo. Ho imparato che qualche cosa sul campo si deve sempre lasciare. Non conosco nessuno al mondo che ha tutto. Se hai il lavoro hai delle tare nel privato. Se il privato è ok è perchè il lavoro non lo è.

Oggi con il suo ex marito, Stefano Bettarini, siete in buoni rapporti. Avete due figli, Giacomo e Niccolò. Poi c’è Caterina che lei ha in affido e che un giorno potrebbe tornare dalla famiglia di provenienza. Non teme la sofferenza che deriverà da quel distacco?

Ciò che conta è il presente. Caterina è una bambina meravigliosa, allegra. Con noi è felice. Siamo una famiglia serena, lei è una mia figlia e i miei figli sono al primo posto sempre.

Subito dopo c’è il lavoro.

Sì. Lo affronto con serenità, con forza interiore, ma anche con una via di fuga: vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo giorno di successo.

E questo la porta a guardare avanti. Lavora in radio e ha ideato una Web Tv.

Cercare nuove vie di comunicazione è fondamentale per potersi esprimere liberamente. Com’ è importante viaggiare, allargare gli orizzonti. Osservare il nostro paese da lontano.

E cosa vede?

Un popolo speciale. Carismatico. Certo, le pecche non mancano. Non sappiamo fare gruppo, siamo invidiosi, non diamo valore alla meritocrazia. Ma abbiamo qualità enormi, una tradizione forte. Quando andiamo all’estero riusciamo ad assorbire il meglio delle altre culture. Emergiamo. In America c’è una comunità italiana incredibile. Grandi manager, grandi ristoratori, grandi imprenditori. Ti si apre la mente e quello che succede qui lo vivi con distacco.

Veleni e velenini?

Io voglio vivere bene. Dai veleni sto lontana. Mi concentro sul mio lavoro e non temo le scelte coraggiose come abbandonare un programma. E’ successo e potrebbe accadere ancora. Sarebbe ancora una volta una scelta di volontà.

Oggi è la punta di diamante della Rai, ma professionalmente è nata a Mediaset. Che ricordo ha di quel periodo?

Un ricordo meraviglioso. C’era un gruppo dirigente che lavorara con un grande entusiasmo. Giorgio Gori, Giovalli, Galliani, Brugola, Corvini. La mia anima commerciale nasce da lì, è la mia forza e l’ho mantenuta anche in Rai. Il mio orgoglio è il prodotto, il fatto che gli investitori puntino ancora sui miei programmi. Le stupidaggini che scrivono i giornali non contano.

Tipo?

Tipo che L’Isola è andata male. Fino a che non mi hanno piazzato contro una delle piu grosse corazzate di Mediaset L’Isola aveva perso solo mezzo punto rispetto alla stagione precedente, e nessuno dice che le reti digitali sono cresciute di sei punti.

Il panorama televisivo sta cambiando. Ma non c’entra anche una certa stanchezza verso il reality come genere?

I reality si fanno perchè nel bene e nel male se ne parla e costano poco rispetto agli show tradizionali. Per quanto riguarda L’Isola io penso che sia stata un successo perchè ha saputo insegnare ancora qualcosa, ha dimostrato che il nostro paese è nel mezzo di una svolta sociale. Il pubblico ha eliminato quelli che hanno fatto le cose sotto banco, che hanno tramato verso gli altri, che sono stati scorretti e ha premiato quelli per bene, puliti, genuini.

Cosa pensa dell’esclusione di Aldo Busi?

Penso che non abbia detto niente di trascendentale. E’ l’omologazione che ci fa tremare quando c’è una voce fuori dal coro. Non ha detto niente di peggio di quanto non si sia detto ultimamente sulla Chiesa e sui suoi esponenti da tutti i media del mondo. Busi ha detto che la Chiesa è omofoba, tutto il mondo ha detto cheal suo interno ci sono i pedofili. Cos’è peggio? Mi sembra tutto molto strumentale. Ci sono cose di lui che non condivido perchè le trovo inutilmente sopra le righe. Ma ha detto anche tante cose straordinarie. Averlo conosciuto mi ha arricchita.

Lei è stata una delle prime donne ad avere un ruolo importante nel calcio in Tv. Gli uomini l’hanno ostacolata?

Per resistere in un mondo maschilista devi muoverti e pensare come un uomo. Entrare alla prestigiosa Domenica sportiva per me era come entrare in chiesa, ma per rimanerci ho dovuto tirare fuori le palle. Ma senza dietro “la sacra corona unita”, avere le palle in autonomia è un’altra cosa. Muori sempre in battaglia e libera. Puoi guardare in faccia tutti. Sei rispettata.

Mi fa vedere il tatuaggio con scritto “regina della mia vita”?

Me lo sono fatto quando ho compiuto 40 anni. Finalmente potevo gestire da sola la mia vita e l’ho stampato sulla pelle. Ne ho altri, ma adesso smetto perché poi una nonna tutta tatuata…

Se fosse Regina d’Italia quali sono le tre leggi che promulgherebbe subito?

Innanzitutto snellirei la burocrazia, ma questo comporterebbe lacrime e sangue. Sappiamo tutti che nella pubblica amministrazione ci sono più posti del necessario. Snellire la burocrazia e renderla efficiente vorrebbe dire mandare sul lastrico migliaia di famiglie. Ecco perchè nessun governo è mai riuscito a farlo. In America, dove vige una meritocrazia all’eccesso, se non lavori bene ti cacciano in meno di 15 minuti. Da noi si rischia la guerra civile. Come seconda legge porterei le tasse al 25% per tutti. Chi viene beccato a non pagarle va in galera. Non è giusto che ci sia chi paga il 50% e chi niente. La terza legge riguarda la scuola, vorrei alleggerire le schiene dei ragazzi dal peso dei libri obbligando l’utilizzo dell’e-book in cui sono inseriti tutti i testi necessari.

L’Isola è finita, domenica prossima finisce Quelli che il calcioPoi?

Poi mi preparo per fare da testimone al matrimonio di mia sorella. E questa estate invece la Radio verrà a me in Sardegna. Tutti i giorni dalle 18,10 alle 18,55 sarò su Rai Radio1 con il mio programma avVENTURA Mondiale,in Web Streaming, con i mondiali di calcio, con questo straordinario direttore che è Antonio Preziosi. La radio è la mia passione piu grande, insieme ad altre 4 o 5 cosette che faccio…

Ce l’ha ancora un sogno professionale?

Vorrei fare L‘Isola dei figli di che sono una marea. Un’isola di 450 persone. Poi L’isola delle raccomandate e amanti dei politici, ce n’è una caterva e sono quasi tutte cesse.

 

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Barbara Benedettelli

Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.

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