Ci sono reati che sono male in sé e non perché sono proibiti. E per chi li compie non deve esserci scappatoia.
Per quello che sembra a tutti gli effetti un caso di malasanità, si intravede un primo significativo risultato, come affermano Enrico Elefante e i suoi legali, Avv.ti Antonio Savarese e Rita Marchitiello del Foro di Nocera Inferiore, che da mesi seguono la complessa vicenda legata alla morte di Maria Rosaria Piccolo, moglie di Enrico, deceduta nel novembre 2013 a causa di quello che verosimilmente sembra profilarsi come un caso di errore medico.
Il 10 ottobre 2013, la Sig.ra Maria Rosaria Piccolo è stata sottoposta, presso la Clinica Mediterranea di Napoli, ad uno studio elettrofisiologico con ablaziane transcatetere a causa di una forma di aritmia. Due giorni dopo Maria Rosaria è stata dimessa con la prescrizione di una terapia farmacologica da seguire, tra cui anche il necessario farmaco anticoagulante Coumadin 5 mg.
La terapia fu seguita fino al 9 novembre, quando la la donna si recò a visita di controllo, presso la Clinica Mediterranea, ed il medico curante, responsabile della Unità di cardiochirurgia, delegava per la visita il cardiochirurgo il quale, avallato nelle scelte dal suo responsabile, prescrisse alla signora Piccolo di continuare la terapia farmacologica in corso (con aggiunta di Kanrenol 100 mg) e di sospendere l’assunzione di Coumadin, essendo trascorso un mese dalla ablazione, secondo le linee di condotta dettate dalla routine della divisione.
Una indicazione terapeutica che probabilmente è stata la causa della morte, avvenuta il 23 novembre, dopo un vasto ed esteso ictus cerebrale ischemico.
Le indagini, condotte in maniera meticolosa dal P.M. Dott.ssa Valentina Rametta della Procura di Napoli, con l’ausilio di periti tecnici, il 25 maggio 2016, ovvero dopo circa tre anni dall’accaduto, hanno portato il GIP Dott.ssa Anna Laura Alfano, ha disporre il rinvio a giudizio per il cardiochirurgo, imputato in ordine ai reati previsti e puniti dagli art. 40 e 589 c.p., perché in qualità di medico in servizio di cardiochirurgia della Clinica aveva prescritto alla paziente di interrompere la terapia anticoagulante.
Interruzione che presumibilmente è la causa del vasto ed esteso ictus cerebrale ischemico che ha condotto la donna alla morte.
L’inizio del dibattimento è fissato per il 13 Ottobre 2016 dinanzi al Tribunale Penale di Napoli, IX Sezione Dott.ssa Coronella.
Ennesimo caso di malasanità? E Maria Rosaria e suo marito Enrico, avranno giustizia?
Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.
Ci sono reati che sono male in sé e non perché sono proibiti. E per chi li compie non deve esserci scappatoia.
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