Ogni giorno, ogni istante in cui viviamo dobbiamo prendere piccole e grandi decisioni che mutano in continuazione le nostre prospettive. Aut-aut, diceva il
Spesso si investono più energie nel divorzio di quante non se ne siano spese nel matrimonio.
Coloro che rivestono il ruolo di vittime proclamano una vera e propria guerra contro chi, per verità dei sentimenti, indisponibilità verso i compromessi, o una differente evoluzione interiore, ha scelto di troncare il legame…
Violenza psicologica e fisica, ricatto, bugie, vittimismo, vendetta, competizione e spesso l’ignobile strumentalizzazione dei figli, sono armi acuminate contro le quali è salutare doversi difendere. In questo modo ricominciare è difficile per tutti. Per vendicarsi della tua scelta di libertà, lui ti rende prigioniera di una guerra che non condividi, ma alla quale sei obbligata a partecipare per non rimanerne schiacciata.
Spesso chi ha subito il distacco non riesce a superare il lutto che comporta, specialmente quando ritiene l’altro una proprietà privata o la sola ragione di vita. Le guerre crudeli che si verificano derivano quindi dall’incapacità d’amare senza condizioni.
Quando ho chiesto la separazione non ho commesso nessun reato. Non ho voluto fare un gioco sado-masochistico rimanendo legata a una scelta che ho fatto in passato. Nel presente l’unione istituzionalizzata era diventata insostenibile. Ho scelto l’autenticità dei sentimenti rifiutando ipocrisia e falsità che sarebbero inevitabilmente scaturite dal mantenere in vita un rapporto ormai logoro. Eravamo diventati conoscenti che dividono lo stesso tetto.
Ho vissuto la prima parte della mia vita in uno stato di dipendenza dagli altri. La mia vulnerabilità, il mio bisogno di amare, di cercare sostegno al di fuori di me, mi hanno costretta ad un’esistenza a metà. Ho vissuto nove anni col mio ex marito in uno stato di torpore, in cui avevo dimenticato chi ero, cosa volevo. Avevo smesso di sognare, desiderare. Ho sempre agito pensando che facendo felici gli altri, loro avrebbero fatto lo stesso con me. Invece ogni volta mi ritrovavo a dover rinunciare, a dovermi adattare, a dimenticarmi di Barbara.
Bellissimo il giorno in cui, pur con mille paure, tra incertezza e confusione, ho preso le mie cose e me ne sono andata. Non dimenticherò mai la sensazione di libertà che ho provato quando ho aperto le porte della mia nuova casa e mi sono gettata sorridente sul pavimento, proiettando sul soffitto bianco un futuro come lo volevo io. Non dimenticherò mai le sensazioni di impotenza e onnipotenza insieme che s’intercalavano in un turbinio infinito. Freneticamente e nevroticamente, ma anche con piacere, la mia mente cercava il modo di compiere il mio destino. La sensazione di essere viva era così forte, così reale e tangibile che non sarei più tornata indietro. E non l’ho fatto. Neanche quando mi sono trovata senza soldi, senza amici, senza lavoro, senza parenti.
Io avevo la mia vita, potevo decidere in ogni momento il mio destino, potevo fare del mio dono la mia più bella opera d’arte e proprio grazie a questo pensiero ho deciso di riprendere in mano i colori e fare del mio amore per la pittura un mestiere. Purtroppo per una donna, per di più separata e piacente, tutto è più difficile. Ho dovuto abbandonare, per non scendere a compromessi che mi avrebbero comportato denaro e riconoscimenti, ma che mi avrebbero tolto il bene più prezioso: la dignità. Con grande orgoglio ho superato mille ostacoli: un marito incattivito, parenti che non hanno accettato la mia scelta, uomini senza scrupoli, i pregiudizi della gente. Io potevo farcela, sapevo che prima o poi sarebbe cambiato tutto. Mi sono persa, sono stata vinta dalle passioni, dal peso della responsabilità di avere un meraviglioso bambino che dovevo far crescere. Ho tenuto duro.
Quello che ho passato mi ha insegnato quello che ho scritto in questo libro. Oggi sono felice, realizzata, padrona del mio destino. Ieri ero come te nei momenti peggiori: persa, vulnerabile, apatica, depressa.
Spero di averti dato una speranza, un po’ di coraggio in più. Ricominciare è difficile, ma si può. Pensa di essere una donna meravigliosa, un’incredibile molteplice creatura. Meriti il meglio.
Non esiste peggiore tortura di quella di mantenere vivo un rapporto in cui non esiste più l’amore. E’ decisamente meglio restare sole, salvaguardando perlomeno il diritto di essere padrone della propria vita, senza precludere la possibilità di incontrare, prima o poi, un uomo con cui camminare, con cui ricominciare. Non c’è peggior esistenza di quella pieno di rimpianti. Non c’è offesa maggiore alla vita che sprecare le proprie qualità. Non c’è più grande possibilità che Ricominciare.
Barbara Benedettelli ( Punto e a Capo – Mondadori, 2004)
Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.
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Separata e padrona del mio destino. Non è facile, ma si può ricominciare. Sempre. Bellissimo il giorno in cui, pur con mille