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Chiara Amirante e il Vangelo la loro guida. La strada e quei luoghi dove molti non osano andare, sono il terreno che percorrono ogni giorno in cerca di chi si è perso lungo il cammino della vita.
Loro Dio lo sentono dentro e al fianco, possono parlarci, esserne strumento, come afferma Chiara Amirante, fondatrice e presidente dell’Associazione Privata internazionale di Fedeli Nuovi Orizzonti. Chiara ricopre, nella Chiesa, il ruolo di consultore per il Pontificio Consiglio pro Migrantes ed anche del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
È impegnata nell’accoglienza di giovani di strada e nelle numerose iniziative di nuova evangelizzazione da quando, giovanissima, ha cominciato a frequentare la Stazione Termini di notte, mossa da una lucida follia.
“Ho iniziato a recarmi di notte alla Stazione Termini nel 1991 e non immaginavo di trovare un popolo sterminato di giovani soli, emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità. Quante ragazze vendute come schiave e costrette a dare il loro corpo a gente senza scrupoli? Quanti giovani imprigionati dall’illusione di un paradiso artificiale che ha ucciso la loro anima? Quanta disperazione, rabbia, violenza? E quanta sete d’amore di Dio, proprio lì, nella profondità degli inferi della strada?
Quali mondi hai trovato in quell’inferno in cui ti sei spinta?
Il popolo della strada si divide per lo più in due: da una parte i cosiddetti “barboni”, uomini e donne senza fissa dimora, poveri e immigrati. Per loro erano previsti già allora tutta una serie di interventi organizzati dai gruppi di volontariato e dalle associazioni laiche e religiose. Dall’altra parte il mondo dello spaccio, della prostituzione, della devianza, della tossicodipendenza, l’AIDS, la criminalità. Lì c’era il vuoto totale perché quel mondo fa paura, pochi osano varcarne i confini.
Non avevi paura?
Sì. Ma non mi ha fermata. Sono entrata in punta di piedi e mi sono resa conto che c’era sete di verità. Di pace. Di Dio.
Cosa avevano in comune quelle persone?
La morte dell’anima. Incontravo persone che nel pieno della loro giovinezza erano morte dentro, perché avevano cercato di trovare risposte al bisogno di libertà, di gioia, di realizzazione personale inseguendo le proposte seducenti del mondo. Troppi falsi profeti avevano bombardato il loro cervello per spingerli a percorrere vie di morte, ma non avevano mai incontrato nessuno che avesse loro parlato di Gesù.
E forse è proprio per questo che ti hanno accolta, perché sembravi un po’ matta, di certo eri “alternativa”, come loro. E poi immagino che avevi sempre gli occhi che luccicano e il sorriso sulle labbra, come ora, come ogni volta che t’incontro e parli di Lui…
Molti erano sorpresi dalla presenza di una ragazza “normale” che si avventurava di notte in zone così pericolose, ma si aprivano e mi raccontavano le loro storie piene di sofferenza. Avevano sete di qualcuno che sapesse ascoltarli. Ma quando parlavo di Gesù il leit motiv era: «Io i preti e la chiesa non è che li possa tanto vedere, però se la gioia che vedo nel tuo sguardo viene davvero da Gesù e se è Lui che ti spinge a rischiare la tua vita per noi, parlaci un po’ di sto Gesù». Il più delle volte questi incontri terminavano con una richiesta: «Portami via da questo inferno, voglio incontrare anch’io “questo” Gesù che ha cambiato la tua vita!»
E tu lo hai fatto costituendo la Nuovi Orizzonti…
Si. Avevo mille timori, mi rendevo conto che per una ragazza di ventisette anni, senza risorse economiche, pensare di trovare una casa per andare a vivere con i ragazzi di strada considerati da tutti molto pericolosi era una pazzia. Ma sapevo che a Dio tutto è possibile. E io mi sentivo uno strumento nelle Sue mani. E così, nel marzo del 1994 è nata la prima Comunità “Nuovi Orizzonti”. In questi anni ho visto migliaia di giovani, provenienti da esperienze estreme, ricostruire se stessi alla luce dell’amore di Gesù e passare dalla “morte dell’anima” alla vita. La risposta dei ragazzi alla proposta di provare a vivere il Vangelo alla lettera è stata davvero sorprendente ed entusiasmante.
Cosa vuoi comunicare con il tuo ultimo libro Dialogare con Dio ( Piemme) in libreria dal 27 ottobre?
Nel libro c’è il mio vissuto accanto a chi soffre, ma ha saputo trovare in Dio la via per la gioia. E contiene anche un indirizzo, una via per trovarlo Dio. Chi ci è riuscito ha cambiato in meglio la sua vita. Perché la preghiera del cuore è una via preziosa alla pace: È l’ossigeno dell’anima e ci dona forza quando ci sentiamo prostrati dalle tante e a volte terribili sferzate della vita.
Barbara Benedettelli @bbenedettelli
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Barbara Benedettelli è saggista e giornalista pubblicista. Socio fondatore e Vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, da anni è vicina ai familiari delle Vittime dei reati violenti. Attualmente è Assessore a Città di Parabiago (Mi) con delega a Polizia Locale, prevenzione stradale, Protezione Civile e cultura.
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